Favourite

Ultimi Articoli

Dal Mondo

Attualità

Politica

Cinema

Recensioni Film

Libri

Curiosità

Cultura

Musica

» » » » » » » » » Tsipras sfida la Germania sui danni di guerra. Chi ha ragione e come finirà

Filippo Mastroianni mercoledì 11 marzo 2015 0


Il nuovo primo ministro greco ha sfidato apertamente Berlino. Vuole chiedere i risarcimenti per i danni causati dalla Germania nelle due guerre mondiali


Alexis Tsipras e Angela Merkel. Il Premier ellenico ha sfidato la Germania sulle riparazioni di guerra.
Alexis Tsipras è pronto allo scontro frontale con Berlino. La Grecia chiede che la Germania risarcisca i danni causati durante la Seconda Guerra Mondiale. La proposta è arrivata dal Presidente Zoe Constantopoulou e oggi il parlamento ha votato all'unanimità per la creazione di una Commissione Interparlamentare per la rivendicazione dei danni di guerra. Atene rilancia anche con la restituzione del prestito forzoso fatto al Terzo Reich, che ammonta a 11 miliardi di euro odierni, e di tutte le opere d'arte trafugate dai tedeschi. Il Ministro della giustizia, Nikos Paraskevopoulos, si è detto pronto a firmare un decreto per sbloccare una decisione dell'Alta corte ellenica del 2000, che permetteva la confisca di proprietà tedesche sul suolo ellenico. Una delle quali potrebbe essere la sede del Goethe Institut ad Atene. 

Berlino risponde di aver onorato tutti i suoi debiti con i risarcimenti garantiti nel 1960. Nei confronti della Grecia, secondo i tedeschi, tutto si è risolto con il Trattato di unificazione della Germania del 1990, dove la questione sarebbe stata legalmente affrontata, con l'ufficializzazione del pagamento di 115 milioni di marchi corrisposto alla Grecia nel 1960. 

Se parliamo di debiti, Albrecht Ritschl ebbe a definire la Germania, in un'intervista a Spiegel Online, il debitore più inadempiente del XX secolo. È davvero così?

Un pò di storia

Non è dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che bisogna partire per avere un quadro completo dei debiti di guerra tedeschi, ma dalla fine della Prima. La Pace di Versailles viene firmata il 28 giugno 1919, con condizioni molto punitive per la Germania. L'Alsazia e la Lorena tornavano alla Francia, lo Schleswig del nord passava alla Danimarca, la Posnania e parte della Pomerania e dell'Alta Slesia alla Polonia, che si ricostituiva dopo 123 anni ed otteneva anche uno sbocco sul mare con Danzica. La regione carbonifera della Saar venne assegnata per 15 anni alla Francia e il Reno smilitarizzato. L'esercito praticamente smantellato. Infine la Germania avrebbe dovuto pagare la cifra di 269 miliardi di marchi oro, nell'arco di quarantadue anni, come riparazione dei danni di guerra. O almeno questa era la cifra fissata inizialmente nel trattato.

Fin dal 1923, a seguito dei debiti di guerra contratti durante la Prima Guerra Mondiale, la Repubblica di Weimar si trova in una situazione di profonda crisi economica. Per questo motivo il banchiere americano Charles Dawes elabora un primo piano di riscaglionamento del debito, permettendo di riprendere il pagamento e tornare al gold standard nel 1924. Il debito viene trasformato in prestiti internazionali a un tasso del 7% a venticinque anni, per un valore totale del debito di 800 milioni di vecchi marchi. Nonostante un periodo di ripresa, l'economia tedesca ripiomba nel baratro nel 1929, dopo il giovedì nero della borsa di Wall Street. Si elabora allora un nuovo piano di scaglionamento, i cosidetti "prestiti Young", per un valore di 1,2 miliardi di vecchi marchi, spalmati su un periodo ancora più lungo, a un tasso del 5,5%. 


Con l'ascesa di Hitler la Germania smise di pagare le riparazioni, tanto che gli Alleati vi rinunciarono nel 1932, durante la conferenza di Losanna, a cui partecipano Francia, Gran Bretagna e Germania. I piani Dawes e Young però, sottoscritti da diversi paesi, restano validi. La questione resta aperta fino al 1951 e, nel corso dei negoziati, vengono ulteriormente abbassati, fino a 7,3 miliardi di prestiti, ovvero uno sconto del 45% sui prestiti ottenuti.
Il primo incontro tra Alexis Tsipras e Angela Merkel a Bruxelles faceva presagire un clima di distensione.

Vertenza con la Grecia 

Come detto, con l'accordo del 1960 la Germania versa alla Grecia 115 milioni di marchi. Ma il problema principale, per Alexis Tsipras, è quello che viene stabilito alla conferenza di Londra del 1953 in cui, come spiegato sopra, i debiti accumulati dalla Germania tra il 1919 e il 1945 vengono ridotti praticamente della metà. Per quanto riguarda i debiti contratti in seguito alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale venne stabilito che sarebbero stati congelati fino alla riunificazione della Germania. Nel 1990 questo debito venne praticamente estinto all'interno del Trattato di unificazione. Secondo Tsipras la somma ricevuta dalla Grecia copre solo le vittime dei nazisti, non i danni strutturali causati dall'occupazione della Grecia. Il Premier ellenico sostiene che non coprirebbero nemmeno il prestito forzato che i greci fecero al Terzo Reich. La Germania dovrebbe quindi alla Grecia 162 miliardi di euro. Cifra che basterebbe a cancellare praticamente la metà del debito di Atene.

Chi ha ragione e come andrà a finire

Per il governo tedesco la questione delle riparazioni di guerra è "chiusa politicamente e giuridicamente". Con i pagamenti del 1960 e il Trattato del 1990 non c'è praticamente nessuna possibilità che la Germania versi ulteriori somme alla Grecia. Anche gli 11 miliardi di euro di prestito forzato al Terzo Reich sono giuridicamente difficili da recuperare per Atene. Se venissero considerati tra i danni di guerra sarebbero infatti compresi nel trattato del 1990. Qualche possibilità potrebbe esserci se così non fosse. Quanto convenga alla Grecia chiedere e ottenere quegli undici miliardi, che coprirebbero solo una piccola parte del debito, è una domanda da porre. La riflessione finale sul discorso di Tsipras è che si tratta di un discorso molto politico e poco economico. Sottolineare quella che è stata la storia della Germania per far capire come dovrà essere trattata la Grecia. Aiutata a rialzarsi e non affossata.

«
Next
Post più recente
»
Previous
Post più vecchio

Nessun commento

Leave a Reply