Avijt Roy è stato ucciso a Dhaka il 26 febbraio, a colpi di machete. È solo l'ultimo degli omicidi a sfondo religioso che hanno colpito il Bangladesh
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| Avijt Roy, scrittore, blogger e attivista bengalese, ucciso a Dhaka il 26 febbraio da un gruppo estremista. |
Charlie Hebdo non è l'unica vittima dell'estremismo religioso islamico in questo scorcio di 2015. Abituati a guardare la porta accanto alla nostra, in quella Francia così vicina a noi, geograficamente e culturalmente, poco spazio trovano nei media italiani altre storie, che arrivano da luoghi più lontani.
Luoghi come il Bangladesh, colpito dal diffondersi del fondamentalismo, sempre più radicale e radicato nel paese. Qui il lavoro del blogger non è dei più sicuri. Alcuni gruppi islamici sono arrivati anche a chiedere apertamente l'esecuzione di alcuni scrittori del web. Quelli nella loro visione più atei o, come sarebbe più corretto dire, i più strenui difensori della laicità. Tra questi c'era Avijit Roy, scrittore e attivista bengalese, nazionalizzato statunitense.
Avijit Roy è il fondatore del blog Mukto-Mona (che potremmo tradurre con Pensiero Libero o Mente Aperta), richiamo di pensatori laici e razionalisti del Bangladesh e del Sud Est asiatico. Roy basava il suo credo su libertà e uguaglianza, senza alcun odio nei confronti dei musulmani, molti dei quali erano suoi amici. Del resto parliamo di un paese in cui l'89,7% della popolazione è di fede islamica (a forte maggioranza sunnita), con minoranze indù (9,2%), buddhiste, cristiane e animiste. L'Islam è inoltre la religione di stato, secondo costituzione. Il blogger si era impegnato a favore dei diritti civili e nella lotta all'integralismo religioso. Il 26 febbraio, a Dhaka, Roy viene assassinato a colpi di machete, poco dopo la presentazione di un suo libro di divulgazione scientifica. L'ultimo orrendo atto di una serie che ha creato nel paese un'atmosfera di assoluto terrore, freno per qualsiasi spinta progressista in Bangladesh. Per l'omicidio di Avijt Roy è stato arrestato Farabi Shafiur Rahman, già conosciuto alla giustizia dal 2013, dopo la pubblicazione di alcuni post violenti sui social network, a seguito della morte di Ahmed Rajib, altro blogger ucciso per aver "offeso la religione".
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| Un ritratto di Avijt Roy a Dhaka, in Bangladesh, affisso venerdì 27 febbraio per commemorare il blogger scomparso. |
L'estremismo islamico ha iniziato a farsi preminente nello stato asiatico dal 2004, quando il gruppo terroristico Harkat-ul-Jihad al-Islami lanciò un attacco con granate uccidendo tre persone e ferendo il diplomatico britannico Anwar Choudhury. Negli ultimi anni le cose sono sempre peggiorate, anche a causa delle scelte operate dal governo dell'attuale Primo Ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina. La leader del partito Lega Awami, nonostante le spinte a favore della laicità e della libertà di espressione, si è piegata nel 2013 alla richieste degli islamisti. Alcuni siti vennero oscurati, alcuni blogger furono arrestati con l'accusa di "offendere i sentimenti religiosi della popolazione". Un episodio sintomatico dell'influenza ormai raggiunta dagli estremisti, considerando che l'esecutivo della Hasina si presentava come laico e difensore delle minoranze. La fragilità del governo ha però avuto la meglio sulle intenzioni del Primo Ministro, costretta al dialogo con gli islamici per dividere l'opposizione. Esempio dell'ambiguità a cui la politica, non solo bengalese, è costretta.
Difficile prevedere come evolverà la situazione in Bangladesh. Le spinte progressiste sembrano incatenate dal clima di terrore creatosi nel paese. Un paese sempre più affetto da quel "virus della fede" diventato titolo del libro più conosciuto del blogger Avijit Roy.
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