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» » » » Eliminare l'IMU: una promessa inattuabile nei modi e nei tempi che propone Berlusconi

Filippo Mastroianni domenica 3 febbraio 2013 0


Silvio Berlusconi ha lanciato la sua nuova proposta: eliminare l'IMU. È davvero possibile senza adeguate coperture finanziarie o è l'ennesima falsa promessa?


Silvio Berlusconi ha avanzato una nuova proposta: eliminare l'IMU.

Silvio Berlusconi ci ha abituato, in vent'anni di campagne elettorali, alle promesse più disparate e impegnative. Nessuno si è infatti stupito quando stamattina, presso l'ex sede della Fiera in via Gattamelata a Milano, il Cavaliere ha avanzato la sua proposta di togliere l'IMU. Berlusconi ha però rilanciato, messo il carico, prima promettendo anche l'eliminazione dell'Irap, poi un rimborso della tassa appena pagata dalle famiglie italiane: "Nel nostro primo consiglio dei ministri delibereremo la restituzione dell'Imu. Le famiglie saranno rimborsate, otterranno un risarcimento per un'imposta ingiusta. E anche alle aziende agricole verrà restituito quello che hanno versato sui fabbricati a uso agricolo. Le famiglie saranno rimborsate sul conto corrente o in contanti attraverso gli sportelli delle Poste".

Togliere l'IMU è possibile? Forse. Tutti, da Monti a Bersani, ne hanno parlato. Anche Vendola aveva dichiarato nei giorni di Governo tecnico "Non hanno avuto e non hanno il coraggio di mettere una patrimoniale sui grandi patrimoni per trovare risorse da poter investire nella crescita del Paese. L'unica patrimoniale che è stata attivata è la patrimoniale sui ceti medi e popolari: l'Imu sulla prima casa, che dovrebbe invece essere tagliata". Ma non è una cosa attuabile nel breve, senza adeguate coperture finanziarie ed un piano economico serio. Lo stesso Brunetta aveva parlato giorni fa di tre anni di lavoro per poter tagliare questa tassa tanto odiata dagli italiani.

Oggi il paese ha bisogno di onestà più che di promesse. L'IMU potrà essere tolta, ma non nei modi e nei tempi che promette Berlusconi. A meno che la vittoria elettorale sia più importante dei conti dello Stato. Conti che sono stati la causa del Goveno tecnico appena trascorso. IMU che è stata voluta e votata dagli esponenti del Pdl in primis, anche contro l'opinione degli attuali alleati della Lega, che gli chiedevano di non votare la legge di attuazione. Voluta e votata per necessità di un paese sull'orlo della bancarotta, non per poter ergere nei mesi successivi Berlusconi a salvatore dei consumatori.

L'IMU si potrà togliere, ma solo dopo aver valutato costi e coperture. Berlusconi promette di restituire 4 miliardi alle famiglie. Più 4 miliardi ogni anno di gettito in meno che lo Stato riceverà. Tutto dalla chiusura dell'accordo con la Svizzera sulla tassazione delle attività finanziarie detenute all'estero. Un accordo che è vero porterebbe 25 miliardi, ma sarebbe un'entrata una tantum, che andrebbe a coprire una tassa annuale. Le stime, tra l'altro, non sono ancora per niente affidabili. Inoltre i capitali che vogliono tassare saranno lì per essere spremuti ogni anno? Probabile che se ne andranno verso altri paesi, perchè sono ricchezze "mobili", al contrario delle case che sono beni immobili. A meno di realizzare accordi con un'infinità di stati diversi oltre la Svizzera, cosa ovviamente inattuabile.

L'accordo con la Svizzera, insomma, non è una copertura sicura e adeguata ad una manovra complessa e decisiva per uno Stato che ancora non può dirsi del tutto guarito. Togliere l'IMU è possibile ma con un piano adeguato, che deve partire dalla lotta all'evasione fiscale, e solo dopo aver studiato a fondo dove reperire il denaro che andrebbe a coprire la tassa municipale unica. Oppure si può togliere subito ma innescando una violenta ricaduta di un paese, come detto, ancora troppo fragile. La stabilità delle Stato deve essere più importante della vittoria delle elezioni.

L'Italia oggi ha bisogno prima di tutto di onestà. Ha bisogno di recuperare serietà, legalità ed efficienza. Non ha più bisogno di promesse, troppo spesso inattuate. Non ha bisogno di una campagna elettorale in cui si parli per un mese di IMU, come si parlò solo di ICI nel 2006. Manca un mese al voto. Che non sia un mese carico di un escalation di promesse, ma di riflessioni, di programmi, di proposte serie.

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