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» » » » » » Si dà fuoco per il Tibet: gli orrori che l'occidente finge di non vedere

Filippo Mastroianni martedì 4 dicembre 2012 0


Sungdue Kyab, giovane tibetano, si è dato fuoco per protestare contro l'annesione del Tibet alla Repubblica Popolare. Una protesta che va avanti da decenni.


Sungdue Kyab si è dato fuoco in Cina, per protestare contro l'occupazione del Tibet.

Un ragazzo 17enne si è dato fuoco a Labrang, nella cina occidentale, davanti al monastero di Bora. Il giovane protestava contro l'annessione della madrepatria tibetana alla Repubblica Popolare e invocava il ritorno del Dalai Lama. Una protesta che va avanti da anni, fortemente repressa dalle autorità cinesi. Sungdue Kyab, questo il suo nome, secondo alcune fonti era ancora vivo all'arrivo della polizia. Dove sia stato portato e quali siano le sue condizioni di salute non è dato saperlo.

Inizia ad essere corposo ormai il numero di tibetani che hanno deciso di manifestare il proprio dissenso contro la dittatura cinese con questa forma di autoimmolazione. Nel solo mese di Novembre sono stati addirittura 28 i casi di cui si è venuti a conoscenza, un orribile record. Lo spartiaque che ha segnato l'ulteriore moltiplicarsi di questa forma di manifestazione del dissenso è stato il XVIII Congresso del Partito Comunista Cinese, tenutosi appunto in Novembre.Le sorti di un gran numero di persone, inoltre, risulta tuttora avvolto nel mistero.

Il Tibet, nazione storicamente indipendente, fu invaso dalla Repubblica Popolare Cinese nel 1959, quando lo stesso Dalai Lama, allora poco più che ventenne, fu costretto a fuggire in India, dove si trova ancora oggi in esilio, nella città di Dharamsala.
Dal 1959 ad oggi il Dalai Lama ha formulato diverse proposte politiche e di mediazione per arrivare ad un accordo, non avendo mai ricevuto risposta dal governo cinese.

Parlare dei problemi recati al tibet e ai tibetani dalla Repubblica Popolare Cinese in modo approfondito sarebbe profondamente giusto, anche se molto complesso.
La situazione del tibet, in ogni caso, è un fulgido esempio degli orrori del mondo moderno e dell'incapacità di anteporre il bene dell'umanità ai meri interessi economici. Le maggiori nazioni europee e gli Stati Uniti, non hanno mai avuto la coscienza e il coraggio di intervenire in modo serio su questa vicenda, scannandosi per essere presenti in altre zone strategicamente ed economicamente più rilevanti. 

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