Migranti e stragi nel Mediterraneo sono due argomenti sempre più attuali. Ne ho parlato con Alessandro Leogrande, da sempre attento al fenomeno dell'immigrazione e alla politiche di respingimento in mare.
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| Un barcone carico di migranti attraversa il Mediterraneo. |
Ho incontrato Alessandro Leogrande lo scorso 25 marzo, in occasione di una serata dal titolo Naufragi Mediterranei, tra accoglienza e respingimenti: riflessioni sull'Italia e sul suo ruolo nel Mare Nostrum. È passato del tempo da allora. Eppure nella breve chiacchierata abbiamo affrontato diversi concetti chiave per comprendere ciò che sta accadendo oggi.
Partendo da uno dei suoi libri, Il Naufragio, ci siamo addentrati tra le politiche di respingimento e le stragi nel Mediterraneo. Già allora, prima che arrivasse la bella stagione e si intensificassero gli sbarchi, prima che tutti iniziassero a conoscere quella che giornalisticamente viene ribattezzata la "crisi dei migranti", Leogrande aveva in parte previsto ciò che sarebbe successo.
Questa è la breve intervista ad Alessandro Leogrande, il cui sunto è stato pubblicato sul primo numero di Notizie Fuori dal Comune (zoom al passaggio del mouse). La traccia audio comprende invece l'intervista completa:
Alessandro Leogrande è un giornalista e scrittore, vicedirettore del mensile Lo straniero e conduce trasmissioni per Radiotre. Cura una rubrica settimanale sul Corriere del Mezzogiorno e collabora con diversi quotidiani e riviste, tra cui Il Fatto Quotidiano. All'interno dei suoi articoli ha affrontato diverse volte il tema dei respingimenti e delle morti nel Mediterraneo. Ha pubblicato:
Un mare nascosto (2000), Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (2003), Nel paese dei viceré. L’Italia tra pace e guerra (2006), Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (2008), Ogni maledetta domenica (2010), Il Naufragio (2011)

Il Naufragio è un'inchiesta giornalistica sulla strage della Kater I Rades, piccola motovedetta albanese, carica di migranti, che il 28 marzo 1997 viene affondata dalla corvetta italiana Sibilla. I superstiti sono solo 34, i morti 57, in gran parte donne e bambini, 24 corpi non verranno mai ritrovati. È uno dei peggiori naufragi avvenuti nel Mediterraneo negli ultimi vent'anni. Ma soprattutto è la più grande tragedia del mare prodotta dalle politiche di respingimento. Il libro ha vinto il PremioRyszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi.
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