Filippo Mastroianni
giovedì 14 marzo 2013
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L'elezione di Papa Francesco è stata accompagnata dalle polemiche sul suo presunto legame con Jorge Rafael Videla, ex dittatore argentino
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| Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa. Prenderà il nome di Francesco I. |
Habemus Papam. Si chiama Juan Mario Bergoglio e passerà alla stora come Papa Francesco I. Un nome simbolico, a ricordare uno dei santi più vicino ai bisognosi, simbolo di povertà e carità, caratteristiche spesso mancate all'istituzione cattolica. La buona impressione fatta al pubblico alla sua presentazione è stata però velocemente velata da alcune ombre, spuntate sulla stampa il giorno dopo l'elezione. L'accusa è quella di connivenza di Bergoglio con la dittatura di Videla, tiranno che tenne in pugno l'Argentina dal 1976 al 1983, macchiandosi dello sterminio di circa 9mila persone.
La denuncia arrivò per la prima volta dal giornalista Horacio Verbisky, all'interno del suo libro L'isola del Silenzio, pubblicato nel 2006. Tra le pagine, secondo il giornalista, ci sarebbero le prove del ruolo quantomeno controverso tenuto dall'allora Supervisore privinciale della Compagnia di Gesù, Bergoglio appunto. Secondo il libro nel febbraio 1976, un mese prima del colpo di stato, il neo papa chiese a due gesuiti impegnati nelle comunità, Orlando Yorio e Francisco Jalics, di abbandonare loro lavoro nelle baraccopoli e andare via da Buenos Aires. I due sacerdoti si rifiutarono però di eseguire l'ordine. Sempre secondo Verbisky, Bergoglio espulse i due dalla Compagnia di Gesù e poi fece pressioni sull'allora arcivescovo di Buenos Aires per togliere ai due il diritto di officiare messa. Poco dopo il colpo di statoYorio e Jalics furono sequestrati, poi detenuti e torturati per sei mesi nella Scuola meccanica della Marina, che diventerà negli anni successivi un simbolo delle violenze e delle torture contro i desaparecidos. Secondo il giornalista fu proprio Bergoglio a segnalarli come sovversivi.
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| Questa fotografia circola in rete. Raffigurerebbe Bergoglio intento a dare la comunione al dittatore Videla. |
Bergoglio si è difeso dalle accuse, sostenendo che l'ordine dato di lasciare le baraccopoli e andarsene da Buenos Aires era proprio un espediente per mettere al sicuro i due gesuiti. Yorio e Jalics vennero dopo qualche tempo liberati. Bergoglio sostiene che il motivo fu che "non riuscirono ad accusarli ma anche perché ci siamo mossi come pazzi proprio per ottenere il loro rilascio". Bergoglio, ha sottolineato anche che proprio a causa del sequestro incontrò due volte Jorge Rafael Videla, e l'ammiraglio Emilio Massera.
La Chiesa argentina ha comuqnue confermato dinanzi alle autorità giudiziarie un incontro segreto del 1978 tra le gerarchie cattoliche più importanti e il dittatore Jorge Videla, nel corso del quale si parlò dell’assassinio dei desaparecidos. Nessuno ha però mai confermato il nome di Bergoglio. Una vicenda ancora non completamente chiarita che sta occupando le pagine dei quotidiani di tutto il mondo e che avrebbe bisogno, forse, di una risposta definitiva.
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