Il terzo capitolo delle istruzioni affrontano la questione dei Monti-bond, mentre sui social si parla di soldi versati gratuitamente per salvare Mps
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| L'ingresso della sede Mps a Siena. |
Dopo le istruzioni capitolo 1 (su cosa sia realmente il caso
Mps qui) e 2 (sui rapporti Mps-Berlusconi qui), oggi arriviamo al terzo
capitolo di questa intricata vicenda. Negli ultimi giorni, infatti, il nuovo
tormentone sono i Monti-bond. Si inizia a parlare di regalo dello Stato alla banca
e ricominciano le polemiche. La domanda centrale nel terzo capitolo che ci
prepariamo ad affrontare è: Cosa sono i Monti-bond?
Prima cosa importante da chiarire. Nei social network in
particolar modo si nota una disinformazione allarmante. Si parla infatti di
regali ad Mps, di soldi versati gratuitamente per salvare la banca senese. I
soldi che andranno alla Mps, che si sia d’accordo o no, sono un prestito, non
un regalo. Credo sia importante non fare disinformazione su questo punto.
I Monti-bond sono delle obbligazioni (appunto bond) che il
Monte dei Paschi emette nei confronti dello Stato in cambio del prezzo delle obbligazioni,
cioè di denaro. Sono obbligazioni del tutto simili ai btp, ma con una serie di
clausole che riguardano sia l’utile della banca che le opzioni di
convertibilità in azioni al momento del riscatto, il cui valore è calcolato in
linea con il mercato delle obbligazioni. Questo passaggio è fondamentale perché,
essendo un prestito quello che lo Stato fa alla Mps, non deve configurarsi come
aiuto di Stato, cosa che in questo modo risulta rispettata. I Monti-bond non sono quindi un’erogazione
di soldi a fondo perduto ma un prestito, che la banca dovrà restituire con un
interesse del 9% per il primo anno, che aumenterà dello 0,5% ogni due esercizi a
partire dall’anno successivo alla sottoscrizione, fino ad un massimo del 15%, il che dovrebbe incentivare il rimborso nel più breve tempo possibile. La banca senese ha tra l'altro sul groppone 1,9 miliardi di Tremonti-bond, obbligazioni sottoscritte nel 2009, che saranno convertite in Monti-bond (più convenienti), mentre i 2 miliardi restanti aumenteranno il capitale della banca in modo che sia più solido e rispetti i requisiti stabiliti dagli accordi di Basilea.
Come saranno restituiti questi soldi allo Stato? Il denaro
deve essere restituito allo stato tramite l’utile di esercizio o possono essere
convertiti in azioni. Questo prestito, infatti, sancisce in qualche modo l’entrata
dello Stato nella banca. Da una parte, essendo obbligazioni, questo passaggio
di denaro risulta come un prestito che lo Stato fa alla banca ai tassi di
mercato. D’altra parte però viene catalogato, secondo i criteri di Basilea, in
modo equivalente ad un aumento di capitale (ed è il motivo per cui la banca lo
fa). In pratica è come se i soldi fossero dati dagli azionisti. In un certo
qual modo è come se lo Stato diventasse azionista della Mps, cosa che sarebbe
comunque del tutto legittima. Le azioni di convertibilità del bond sono poi,
come abbiamo già detto, tali per cui il Monte dei Paschi può decidere se
restituire i soldi a scadenza o convertirli in azioni.
Nel caso i bond vengano convertiti in azioni la Mps si vedrà
quindi costretta a nazionalizzare, a quel punto si avremmo avuto una
nazionalizzazione della banca a spese dei contribuenti. Alessando Profumo,
attuale amministratore delegato della banca, ha comunque affermato in un
intervista al Sole24Ore che entro quest’anno Mps salderà il suo debito con lo
Stato. Staremo a vedere.
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