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» » » » » » Istruzioni sullo scandalo Mps capitolo 3: Cosa sono i Monti-bond, un prestito, non un regalo

Filippo Mastroianni venerdì 1 febbraio 2013 0


Il terzo capitolo delle istruzioni affrontano la questione dei Monti-bond, mentre sui social si parla di soldi versati gratuitamente per salvare Mps


L'ingresso della sede Mps a Siena.
Dopo le istruzioni capitolo 1 (su cosa sia realmente il caso Mps qui) e 2 (sui rapporti Mps-Berlusconi qui), oggi arriviamo al terzo capitolo di questa intricata vicenda. Negli ultimi giorni, infatti, il nuovo tormentone sono i Monti-bond. Si inizia a parlare di regalo dello Stato alla banca e ricominciano le polemiche. La domanda centrale nel terzo capitolo che ci prepariamo ad affrontare è: Cosa sono i Monti-bond?

Prima cosa importante da chiarire. Nei social network in particolar modo si nota una disinformazione allarmante. Si parla infatti di regali ad Mps, di soldi versati gratuitamente per salvare la banca senese. I soldi che andranno alla Mps, che si sia d’accordo o no, sono un prestito, non un regalo. Credo sia importante non fare disinformazione su questo punto.

I Monti-bond sono delle obbligazioni (appunto bond) che il Monte dei Paschi emette nei confronti dello Stato in cambio del prezzo delle obbligazioni, cioè di denaro. Sono obbligazioni del tutto simili ai btp, ma con una serie di clausole che riguardano sia l’utile della banca che le opzioni di convertibilità in azioni al momento del riscatto, il cui valore è calcolato in linea con il mercato delle obbligazioni. Questo passaggio è fondamentale perché, essendo un prestito quello che lo Stato fa alla Mps, non deve configurarsi come aiuto di Stato, cosa che in questo modo risulta rispettata. I Monti-bond non sono quindi un’erogazione di soldi a fondo perduto ma un prestito, che la banca dovrà restituire con un interesse del 9% per il primo anno, che aumenterà dello 0,5% ogni due esercizi a partire dall’anno successivo alla sottoscrizione, fino ad un massimo del 15%, il che dovrebbe incentivare il rimborso nel più breve tempo possibile. La banca senese ha tra l'altro sul groppone 1,9 miliardi di Tremonti-bond, obbligazioni sottoscritte nel 2009, che saranno convertite in Monti-bond (più convenienti), mentre i 2 miliardi restanti aumenteranno il capitale della banca in modo che sia più solido e rispetti i requisiti stabiliti dagli accordi di Basilea.

Come saranno restituiti questi soldi allo Stato? Il denaro deve essere restituito allo stato tramite l’utile di esercizio o possono essere convertiti in azioni. Questo prestito, infatti, sancisce in qualche modo l’entrata dello Stato nella banca. Da una parte, essendo obbligazioni, questo passaggio di denaro risulta come un prestito che lo Stato fa alla banca ai tassi di mercato. D’altra parte però viene catalogato, secondo i criteri di Basilea, in modo equivalente ad un aumento di capitale (ed è il motivo per cui la banca lo fa). In pratica è come se i soldi fossero dati dagli azionisti. In un certo qual modo è come se lo Stato diventasse azionista della Mps, cosa che sarebbe comunque del tutto legittima. Le azioni di convertibilità del bond sono poi, come abbiamo già detto, tali per cui il Monte dei Paschi può decidere se restituire i soldi a scadenza o convertirli in azioni.

Nel caso i bond vengano convertiti in azioni la Mps si vedrà quindi costretta a nazionalizzare, a quel punto si avremmo avuto una nazionalizzazione della banca a spese dei contribuenti. Alessando Profumo, attuale amministratore delegato della banca, ha comunque affermato in un intervista al Sole24Ore che entro quest’anno Mps salderà il suo debito con lo Stato. Staremo a vedere. 


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