Filippo Mastroianni
giovedì 10 gennaio 2013
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Stati Uniti, anni ’30, il paese delle opportunità ma anche
sconvolto dalla criminalità organizzata che, dal 1919 al 1933 con l’entrata in
vigore del Proibizionismo, era al culmine del suo potere e iniziava a radicarsi
profondamente nella società americana. Non solo la vendita di alcolici, ma ogni
settore in cui era possibile lucrare era nelle mani dei più importanti boss
mafiosi, gioco d’azzardo, prostituzione, “protezione” per i commercianti. Le
forze dell’ordine erano spesso impotenti davanti a tanto organizzate macchine
criminali e abbondavano i poliziotti corrotti e prezzolati dalla stessa mala. Il 1931 segnò una svolta epocale che diede morale all’opinione
pubblica nella lotta alla malavita. L’anno è quello in cui il giudice Wilkinson
riuscì a condannare Al Capone per evasione fiscale. La grande vittoria
giudiziaria non aveva però restituito ai cittadini fiducia nella polizia,
ancora troppo invischiata e corrotta.
È in questo clima che nasce Dick Tracy, apparso per la prima
volta il 4 Ottobre 1931 sull’inserto domenicale del Detroit Mirror, un poliziotto grintoso, dalla mascella forte e il
naso adunco, il personaggio incorruttibile che la realtà di quegli anni
richiedeva. “Decisi – affermò Chester
Gould, il suo creatore – che se la
polizia non riusciva a catturare i banditi avrei creato io un individuo capace
di farlo”.
La prima tavola è un brevissimo episodio di soli dodici
riquadri, ma già il 12 Ottobre Dick Tracy sbarca sul Daily News con un’avventura più lunga, portando Chester Gould in
breve tempo ad un discreto successo di pubblico.
Dick Tracy, come altri personaggi d’avventura, rappresenta il modello americano vincente. Un poliziotto dalla mascella squadrata e il naso
adunco, un viso da star. Incorruttibile, impavido, dal sangue freddo in ogni
occasione e davanti ad ogni nemico. Un detective senza paura, tutto quello che
deve essere un eroe per farsi amare. Attaccato anche alla sua famiglia,
composta dal figlio adottivo Junior e dalla fidanzata Tess, con la quale
convolerà poi a nozze negli episodi successivi. Ma i lettori amano anche i suoi
nemici, i cattivi, i malviventi, i villain, che hanno sempre esercitato un
certo fascino. I nemici di Dick Tracy sono caratterizzati da una spiccata
bruttezza, sono riconoscibili come cattivi fin dalla loro prima apparizione,
sono icone della malvagità. Ognuno con un soprannome che riprende la fisionomia
del volto, da Pruneface, Shackey, Flattop o Mole.
CHESTER GOULD, IL CREATORE

Chester Gould nasce a Pawnee, nell’Oklahoma, il 20 Novembre
del 1900 e fin da bambino rivela doti artistiche realizzando, a soli 8 anni,
diverse caricature dei partecipanti al congresso dei Democratici del luogo. A
diciassette anni si abbona ad un corso di fumetto per corrispondenza e inizia
le sue prime collaborazioni. Nel 1921 il trasferimento a Chicago segnerà
positivamente la sua preparazione e successiva affermazione. Si laurea alla Northwestern
University e muove i primi passi nel mondo del lavoro. Nel 1931 viene assunto
come cartoonist al Chicago Tribune dove inventa il personaggio di
Dick Tracy. Chicago era la città ideale per un character simile e per ispirare
Gould. La capitale dell’Illinois era infatti sotto il controllo di Al Capone,
uno dei più famosi gangster che la storia avrebbe mai ricordato. Chester Gould
prende spunto dalla società malata che gli sta attorno, sottoponendo all’editore
Patterson un fumetto interpretato da un personaggio che sarebbe stato capace di
debellare il crimine.
Fino al 1977, anno
della sua pensione, crea avventure piene di colpi di scena e ad alta tensione emotiva. Quando Chester
Gould muore, nel 1985, Dick Tracy è già affidato ad altre menti e mani che
ricalcano e provano ad emulare i tratti del maestro senza riuscire
completamente ad imitarne l’arte.

Dick Tracy è un
fumetto avventuroso, plasmato con ogni sfumatura alla violenza, ma
strutturalmente diverso da qualsiasi precedente racconto di genere poliziesco.
Per la prima volta forma e contenuto si fondono in modo così appariscente,
culminando in una rappresentazione deformata e grottesca dei personaggi, al
limite della caricatura, che ne rappresenta l’essenza interiore. Gould dipinge
con realismo e crudezza la metropoli ma sfrutta il sarcasmo deformando i
rappresentanti del male. Il destino è spesso protagonista del fumetto e ci
viene identificato con delle didascalie poste in mezzo alle vignette, che
rivelano ciò che il personaggio a cui si riferiscono ancora non sa. Una
confidenza tra autore e lettori. I fumetti di Dick Tracy si sviluppano sia su
strisce giornaliere sia su tavole domenicali ma Gould fa in modo che i lettori
dei soli supplementi domenicali siano al corrente di tutto quello che è avvenuto
nei giorni precedenti, rallentando o ripetendo un’aziona già vista. Il tratto
distintivo come abbiamo già detto è appunto la rappresentazione caricaturale
dei personaggi, in contrasto col perfetto realismo degli avvenimenti, in
particolare nel taglio narrativo, molto cinematografico, più che nelle
scenografie. Gould usa molto la profondità del campo, posizionando cioè il personaggio principale in primo piano e altri, secondari nell'azione in svolgimento, su piani diversi.
“I fumetti di Dick Tracy superano di molto i migliori film
polizieschi americani di tutti i tempi”
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