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» » » » » » » » Marini-Rodotà, giochi di accordo e scellerate scelte Pd

Filippo Mastroianni giovedì 18 aprile 2013 0


Tra i nomi di Franco Marini e Stefano Rodotà si sta giocando quello del nuovo Presidente della Repubblica. Ma entrambi potrebbero perdere la corsa


Vista del Quirinale. Le camere sono riunite per decidere chi occuperà lo storico palazzo romano.

I giochi di accordo sul Presidente della Repubblica continuano da giorni, tra possibili inciuci, quinarie, nomi ed illazioni. L'ultima è che sarebbe stato raggiunto un accordo Pd-Pdl-Scelta Civica sul nome di Franco Marini, ex presidente del Senato, rappresentate di quei cattolici che hanno sempre avuto voce importante nel nostro paese.

Le Quinarie del M5S, dopo aver proposto Milena Gabanelli e Gino Strada, troppo onesti per poter accettare un incarico per cui non hanno il curriculum e le conoscenze adeguate, hanno incoronato candidato Presidente della Repubblica Stefano Rodotà. Un profilo di alto livello, che ha già raccolto i consensi di Sel e di una parte del Partito Democratico, che rischia seriamente di spaccarsi, già visibilmente crepato dai continui interventi di Renzi e dei suoi e dalle scelte illogiche del suo segretario, che dopo aver affermanto pubblicamente e con decisione l'impossibilità di un accordo con Berlusconi, sembra aver voltato la moneta, convinto che se non si vince con testa si può vincere con croce, a malincuore.

L'opinione pubblica sembra invece aver scelto la strada da percorrere, quella che porta il nome di Stefano Rodotà. Lo stesso elettorato Pd sarebbe ben lieto di questa scelta. Un segretario ed un partito che sembrano però incapaci di leggere non solo l'intero bacino elettorale, ma anche i propri stessi sostenitori. Perchè un accordo con Berlusconi non lo vuole davvero nessuno. Perchè il nome di Marini rimarrebbe simbolo del solito, mancato cambiamento.

Stefano Rodotà è il candidato del M5S. Il giurista sembra raccogliere il consenso di buona parte dell'opinione pubblica.

La fortuna è anche stata dalla parte del Partito Democratico. Perchè quello di Rodotà sarebbe un nome tutt'altro che scomodo. Giurista dalle spiccate capacità, prima radicale e poi eletto come deputato nelle liste indipendenti del PCI, diventato anche membro della commissione di Affari Costituzionali. Nel 1992 torna alla Camera nelle file del PDS, diventando anche vicepresidente della suddetta camera. Un nome, quindi, con le competenze adatte ed una storia politca che strizza l'occhio alla sinistra. Grillo stavolta ci ha davvero visto giusto, proponendo un nome che ha raccolto consensi indiscriminati e che non ha motivo di non essere riconosciuto dal Pd. Ora, se non dovesse essere eletto Rodotà, l'ex comico avrà davvero motivi di gridare all'inciucio.

Le possibilità di Franco Marini di stanziarsi al Colle, comunque, non è detto che siano altissime. Negli anni scorsi difficilmente hanno vinto i primi nomi proposti, spesso messi lì già consapevoli dei franchi tiratori delle prime tornate. Probabilmente un parafulmine  per poi tirare fuori un altro nome alla terza o quarta votazione. Se questo nome sarà frutto di un accordo Pd-Pdl il Partito Democratico avrà perso. Se non sarà eletto Rodotà probabilmente avrà perso qualsiasi sia il nome. Questa volta ha certamente vinto Grillo.

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