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» » » Elezioni 2013: risultati e considerazioni

Filippo Mastroianni martedì 26 febbraio 2013 0


Il centrosinistra ha conquistato la maggioranza alla Camera, ma ha solo una maggioranza relativa al Senato. Le elezioni lasciano una situazione instabile



Ad urne chiuse, dati acquisiti e resi pubblici, è ora di fare un quadro di ciò che è successo, di cosa significano questi risultati e cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi.
Quel che è certo è che il voto ci ha portato un'Italia addirittura più instabile di quella precedente. 
Un centrosinistra che ha si conquistato la maggioranza alla Camera (con uno scarto inferiore all'1% dal centrodestra) ma che possiede solo una maggioranza relativa al senato. 
















CHI HA VINTO:
Ha vinto Beppe Grillo, il Movimento 5 stelle e, forse, il voto di protesta. Perchè tanti hanno votato Grillo convinti e non soltanto per dare un segnale politico. M5S è stato addirittura primo partito in molte regioni e si è affermato prepotentemente sia alla Camera che al Senato. Ora avranno tutto il modo di influenzare le scelte dei prossimi mesi. Bersani ha già fatto capire che sarà verso di loro che rivolgerà le sue attenzioni per un accordo su alcuni temi. 

Ha vinto Silvio Berlusconi. Un recupero che ha del clamoroso e che ha portato il centrodestra a ridosso del Pd. Gli elettori della coalizione non si espongono, eppure le percentuali sono intorno al 30%. Sono bastate un paio di promesse (per consapevole che non avrebbe potuto vincere) per non consentire la vittoria del centrosinistra e poter ancora controllare e dire la sua in parlamento sui temi che più gli stanno a cuore, in primis la giustizia.

CHI HA PERSO:
Hanno perso, malamente, il Partito Democratico e il suo segretario Bersani. Cullati, accomodati sull'entusiasmo delle primarie, non hanno saputo portare avanti una campagna elettorale convincente. Troppe parole spese su allenze possibili, poco incisivi sui contenuti. Quello che andava fatto era martellare su 2/3 questioni importanti e che stavano a cuore all'opinione pubblica. Bersani invece è spesso rimasto sul vago lasciando indecisi gli indecisi. Un Pd che praticamente non ha convinto nessun elettore moderato, attestandosi su un 30% che rappresenta la base del suo bacino elettorale. Un Pd che, a questo punto, è atteso comunque alla prova. Perchè toccherà a Bersani provare a formare un Governo, data la maggioranza alla Camera, cercando appoggio dei grillini al Senato. Una situazione che, in ogni caso, potrà reggere solo per alcuni mesi e alcune leggi fondamentali. Ma se la sinistra vuole fare (finalmente) una legge sul conflitto di interessi la maggioranza può ricercarla alleandosi a Grillo. Difficile pensare ad una legge del genere. Nei prossimi mesi il partito dovrà interrogarsi sulla leadership futura perchè, come Veltroni si dimise una volta persa la Sardegna, presto potrebbe (forse dovrebbe) toccare a Bersani. 

Hanno perso Mario Monti, Fini e Casini. Perchè per quanto si dica soddisfatto il professore non ha raggiunto l'obbiettivo di contare qualcosa in parlamento. Troppo pochi gli esponenti della coalizione per avere pretese sulle decisioni che verranno prese in questi mesi. 

Ha perso la politica tutta.
Hanno perso gli italiani, ancora capaci di dare un 30% a Silvio Berlusconi dopo 20 anni di Governi fallimentari firmati centrodestra. 

In un paese così diviso e con tanti partiti c'è bisogno, assoluto, di una riforma elettorale seria, magari con quel doppio turno che garantisca una governabilità stabile. 
In Italia si parla troppo spesso di "vecchia" politica indicando partiti e facce storiche. Vero, del rinnovamente andrebbe fatto. Ma in Francia, Inghilterra, Germania non sono sempre quelli i partiti che si presentano alle elezioni? Il rinnovamento credo vada fatto all'interno dei partiti, il che non vuol necessariamente dire cacciare tutti gli esponenti più anziani comunque. Di certo la politica italiana ha bisogno di qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo di competenza. Siamo un paese sull'orlo del baratro e dopo queste elezioni rimaniamo appesi, col pericolo di cadere da un momento all'altro.

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