Storia di un'anteprima e di un cinefilo alla prima esperienza
Filippo Mastroianni
giovedì 21 marzo 2013
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Mi dirigo verso il cinema, entusiasta e emozionato. Non è certo la prima volta che entro in una sala cinematografica, ma stavolta non è solo per piacere, stavolta è un lavoro. La pellicola che sto per gustarmi non è ancora nemmeno uscita nei cinema di tutta Italia, la vedrò io, in anteprima. Non un film di cui so tutto, che ho scelto sentendo e leggendo le opinioni di critici e pubblico. Questa volta l'opinione devo darla io.
Un pizzico di emozione, dopotutto e la mia prima volta. Un ragazzo normale proiettato in un ambiente sconosciuto. Varco le porte d'ingresso e mi indicano la sala in cui dovrò assistere all'anteprima. Appena fuori dalla sala un addetta segna nome e testata per cui lavoro. Gentilmente mi porge un pressbook del film, riservato solo alla stampa. Già, faccio parte della stampa, ed è una sensazione così strana, mi sento fuori posto.
Ad accrescere questa sensazione spaesante ci pensano le persone che ho attorno. Le osservo. Saranno una quindicina, massimo venti, tutti con un età di molto superiore alla mia. Una buona metà si aggira intorno ai sessanta, il resto si attesta tra i trenta e i quaranta, molto più vicino alla seconda cifra a dir la verità. Non è l'età che mi mette un pizzico di soggezione. E' la consapevolezza che, probabilmente, tutte le persone che ho attorno hanno alle spalle anni e anni di anteprime ed è credibile che siano dei veri esperti di cinema, informati e preparati molto più di me.
Mi siedo in poltrona e per fortuna le luci si spengono e con loro anche questi pensieri.
Comincia il film. Comincia una nuova, stimolante esperienza. Di certo ho tanto da imparare.
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