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» » » » » » » Sanremo e il Vaticano: un parere di cui avremmo fatto volentieri a meno

Filippo Mastroianni sabato 21 febbraio 2009 0


L'Osservatore Romano ha criticato apertamente l'ultima edizione del Festival di Sanremo. Sintomo di un paese in cui la Chiesa influenza ogni aspetto della quotidianità.


L'Osservatore Romano è intervenuto sul Festival di Sanremo.

L'Osservatore Romano boccia senza appello il Festival di Sanremo edizione 2009 e il suo conduttore Paolo Bonolis. Ieri il presentatore romano ha risposto così: "Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, è libero di esprimerlo a favore della vita o della canzone. L'importante è che, sia che si tratti della vita, sia che si tratti della canzone, si rispetti la decisione degli altri". Oggi, però, una nota della Sir, l'agenzia di informazione della Cei, mette nuovamente all'indice il Festival: "Vuole essere specchio della società italiana ma, paradossalmente, è destinato a dare di essa la sua immagine più stereotipata e banale, quella falsa, confezionata dalla televisione".

Indipendentemente dalle ragioni e dalle opinioni puramente artistiche e tecniche bisognerebbe forse chiedersi come sia possibile, in Italia, la continua intrusione del Vaticano su questioni che vanno al di là della Fede. Non c'è legge proposta dal parlamento italiano che non passi al vaglio della Chiesa (cosa che in nessun altro stato accade). La libertà di opinione è un diritto inalienabile che dev'essere garantito a tutti, ma assumere  posizioni forti e “da stato” non dovrebbe essere compito del Vaticano che inoltre, di fatto, fa stato a se. Esempio lampante il caso Englaro. 

Ora anche il Festival passa sotto la lente d'ingrandimento del Vaticano. E se un giorno dovessero venire a correggere tutto quello che appare scritto nei giornali e sulla rete a questo punto non dovremmo più stupirci.

Lo stato italiano è laico. Per la nostra Costituzione la laicità è "un principio supremo dello Stato" e "implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale."La Costituzione infatti separa gli ambiti di religioni e Stato, garantisce la libertà religiosa e la libertà di pensiero, negando alla religione cattolica, che è la maggioritaria nel bel paese, lo status di religione di Stato.

Andrebbe ricordato più spesso.

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