Filippo Mastroianni
mercoledì 3 dicembre 2008
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Nel decreto anti-crisi è stato introdotta una norma che aumenta l'IVA sulla pay tv. Si è aperta una guerra Sky-Mediaset, che si intreccia col conflitto di interesse del Premier.
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| Sulla questione dell'IVA si è aperta una vera guerra delle tv. |
L’Italia politica ci regala ogni giorno una polemica, ogni giorno una discussione. Dopo il caso Villari (la conclusione non c’è ancora stata in verità) ecco scoppiare il caso “Sky”. Il governo ha infatti introdotto nel decreto anticrisi una norma che aumenta l’iva sulla pay tv dal 10% al 20% con conseguenti danni all’unica tv satellitare di rilievo nel Bel Paese e probabili aumenti degli abbonamenti mensili per gli abbonati.
L’opposizione si è subito scagliata contro la norma accusando il Premier di conflitto di interessi. Berlusconi si è prontamente difeso: "La sinistra - dice il premier - aveva dato un privilegio alle televisioni con gli abbonamenti, la sinistra aveva buoni rapporti con Sky. Noi abbiamo tolto un privilegio e portato il livello dell'Iva uguale per tutti ed in questo modo abbiamo penalizzato anche Mediaset, che sta facendo partire un'emittente analoga. Questo dimostra che la sinistra si è inventata il conflitto di interessi, oltretutto Mediaset non è concorrente di Sky che va sul satellite e ha altre regole".
Secondo il PD, rappresentato dalla voce dell’ex ministro Gentiloni invece "L'azienda di proprietà della famiglia Berlusconi non è coinvolta dall'aumento visto che la norma del 1995 abrogata ieri riguarda solo la tv via satellite e via cavo. L'eventuale coinvolgimento di Mediaset sarebbe comunque insignificante perché relativo non alle carte prepagate del calcio ma soltanto agli abbonamenti mensili per alcuni canali digitali. In pratica, anche se fosse vero questo coinvolgimento, sarebbe infinitesimale". In sostanza, secondo il centrosinistra, con l'aumento dell'Iva il governo Berlusconi ha colpito pesantemente la concorrenza e, solo marginalmente, Mediaset che, comunque, avrebbe un vantaggio in termini di ritorno di teleutenti, se in molti dovessero staccarsi da Sky.
In effetti l’iva colpirebbe comunque gli abbonamenti e non le carte prepagate, cavallo di battaglia e prerogativa esclusivamente di Mediaset. Devo ammettere che anche leggendo sui vari quotidiani ancora non ho un idea chiara. Non si può certo dimenticare il conflitto d’interessi che coinvolge ormai da anni il Presidente del Consiglio, soprattutto ogni volta che si parla di norme inerenti le reti e gli interessi televisivi, ma bisogna stare attenti anche ad un’opposizione che forse troppo spesso si poggia sull’argomento. Anche se il caso Villari insegna che quando si parla di televisioni si entra nel regno del Premier.
Dopottutto credo Sky abbia offerto un buon servizio ai suoi abbonati che non sono certo “i ricchi” ma gente del tutto normale. Forse bisognerebbe usare la stessa amorevole attenzione che, proprio all'inizio di questa legislatura, è stata dedicata Rete4, convenzionando un decreto per mantenerla in vita e spegnere Europa7.
Questo è lo spot mandato in onda da Sky contro il decreto del governo:
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